“La Bibbia, libro di vita e di cultura”

Ufficio Diocesano per i Beni Culturali

SCHEDA INFORMATIVA

I PERCORSO STORICO
La mostra offre un’ampia rassegna sulle coordinate della Bibbia: la terra, il popolo e JHWH (Jahve/Dio) vincolati l’uno all’altro da un rapporto assolutamente unico. Da questa fusione viscerale nasce il Libro. Al tema è dedicata una serie di pannelli che delineano l’itinerario del popolo ebreo, mentre una ricca raccolta di testi ne evidenzia la storia, la lingua, i costumi e i riti. Emergono in questa sezione: una rara e preziosa edizione dell’Epitome di Sante Pagnino, il Lexicon di G. Buxtorfius, l’Apparatus biblicus di Bèrnard Lamy e l’imponente serie di volumi in-folio, con incisioni a piena pagina, del benedettino Agostino Calmet, la più bella serie di illustrazioni sul costume d’Israele.
A completamento della sezione, viene offerto all’attenzione dei visitatori una ricca collezione di volumi d’epoca sull’archeologia biblica, e una serie di rapporti di antichi pellegrinaggi in Terra Santa. Eccellono tra di essi le ingenue, ma efficaci xilografie sui luoghi santi di Fra Noé e le prime e suggestive foto del sec. XIX della Palestina. Il percorso storico si sofferma sulle grandi bibbie miniate (Borso d’Este, Carlo il Calvo, etc.) e, quindi, espone alcuni codici per consentire una diretta visione di testimonianze così importanti: Codici etiopici del VI Sec. e alcuni codici membranacei ebraici: un bifolio e la Meghillath, rotolo sinagogale di Ester.

II PERCORSO BIBLIOGRAFICO
I testi esposti consentono di ripercorrere la storia della stampa attraverso la rielaborazione e la diffusione dei testi biblici, sia nelle versioni ufficiali della Chiesa cattolica che nelle varie redazioni testuali fiorite nel corso del sedicesimo secolo, sotto la spinta propulsiva della Riforma. La mostra si articola in diverse sezioni che documentano, con una selezione degli esemplari più significativi dal punto di vista tipografico e filologico, le diverse redazioni del testo biblico destinate non solo ad un uso religioso ed ecclesiastico ma anche agli ambienti umanistici di intellettuali laici.
L’itinerario bibliografico si snoda attraverso varie tappe: primariamente segue le vicende del testo della Vulgata.
Della versione parigina viene messo in mostra un incunabolo stampato a Venezia nel 1478: una superba edizione con testo in carattere gotico su due colonne di 53 righe. Quindi, le Bibbie di Lovanio, contenenti il testo corretto sugli originali da Giovanni Henten, nel 1547. Infine è la volta delle bibbie con la versione ufficiale detta Sisto-clementina.
Il percorso, poi, si sofferma sulle bibbie illustrate: le edizioni lionesi di G. Roville, illustrate da Pierre Eskrich e Jean Moni, la cosiddetta Bibbia scomparsa (con le preziose incisioni xilografiche di Hans Holbein il giovane) e l’affascinante Biblia Sacra Veteris et Novi Testamenti di Laurentius Seuberlich del 1602, che contiene una grande serie di preziose illustrazioni. Una sezione speciale è dedicata alle edizioni del veneziano Pezzana, che ha impegnato molte delle sue energie alla diffusione della Parola di Dio, illustrata con legni cinquecenteschi di rara bellezza. Nella sezione dedicata alle Bibbie poliglotte troneggia la famosa Biblia Regia di Plantin, stampata ad Anversa nel 1569/72, autentico monumento della tipografia. Seguono le traduzioni in lingua moderna della Bibbia: la King James’, quella con il commento di Maître de Sacy, etc. Non poteva mancare una sezione speciale dedicata alla traduzione in lingua italiana della Bibbia, tradotta dopo il decreto del 1747 di Benedetto XIV. Questa traduzione è dell’Arcivescovo Antonio Martini, che nel 1776 pubblicò a Torino l’edizione del V.T. in sedici volumi, che La Crusca annoverò tra i classici della lingua italiana.
L’itinerario bibliografico pone in evidenza, inoltre, i grandi commenti patristici della bibbia con un’attenzione particolare a S. Agostino, di cui vengono esposti due incunaboli (gli Opuscoli del 1491) la prima volta messi in stampa, il De doctrina e la voluminosa Opera Omnia del 1586. Il dizionario biblico, detto Mamotretto (incunabolo del 1496), e le Glosse del francescano N. De Lyra (incunabolo del 1495), che hanno caratterizzato i commentari per diversi secoli. Infine, la rassegna delle sezioni a stampa, si completa con l’egesi medievale, caratterizzata dalla scuola domenicana e da quella francescana, e con l’esegesi rinascimentale, dominata dall’impegno teologico dei benedettini e dei gesuiti. Il secondo percorso si chiude con due sezioni dedicate alle impegnative Concordanze e alle Notationes, pregevoli studi che anticipano i voluminosi commentari moderni.

III PERCORSO ICONOGRAFICO
L’itinerario iconografico è ricco, vario e di grande qualità. Esso si apre con una serie di xilografie tratte dal Liber Chronicarum (1493) di H. Schedel, nato nella bottega di M. Wolgemut, in cui lavoravano Dürer e Schongauer. Il Cinquecento è il secolo principe dell’arte incisoria,. Di questo secolo sono esposte celeberrime opere di grandi maestri. Particolare emozione estetica offre la Dormitio Mariae (1510) e la Presentazone al tempio di Albrecht Dürer, la bella serie di opere del bolognese Marcantonio Raimondi (1480-1534), tratte dalla Vita della Vergine e Dalla Piccola Passione. Di un altro grande maestro del ‘500, Jakob De Gheyn (1565-1629), vengono proposte diverse opere. Di Borcht, invece, vengono messi in rassegna 26 scene tratta dalla Genesi (1580/90), mentre, dei fratelli Anton e Hieronimus Wierix viene offerta la preziosa serie del Vangelo di H. Natalis, la serie più bella del cinquecento. Sempre del ‘500, fanno bella mostra la Crocifissione in due lastre di Lucantonio degli Uberti, la Crocifissione in tre lastre del 1582 e un S. Girolamo di Agostino Carracci. La caduta sotto la croce e l’adorazione dei Magi di De Brujin. Del grande Rembrandt Van Rijn (1606 -1669) vengono esposte: Deposizione, La fuga in egitto, Crocifissione, Getzemani, Adorazione, Miracoli di Gesù, Sacra conversazione, Sepoltura. Dell’incisore J. Callot (1593-1635) la mostra propone le 12 xilografie della Piccola Passione e la Moltiplicazione dei pani. Di Pietro Testa (1611-1650) viene presentata la pregevole Deposizione, mentre del Bartolozzi: Il Padre. Infine, arrichisce la rassegna una splendida collezione del pensionato: Cunego, Hogarth, Lorenzini, F. Rosaspina, Crivellari ed altri grandi maestri che hanno illustrato con perizia artistica scene e soggetti tratti dalla Bibbia.